Zia Antonia sapeva di menta
- Peacock
- 26 mag 2020
- Tempo di lettura: 2 min

Parlare di Andrea Vitali non è mai facile. Potremmo usare centinaia di parole, tutte positive, per descrivere la sua penna brillante e mai scontata, che sa cogliere le sfumature dell'animo umano, con la semplicità di un bambino.
L'affresco che si delinea nel libro, a tratti poliziesco, su Zia Antonia è al contempo frizzante come il sapore della menta, e pungente come l'aglio.
La vicenda ruota intorno ad una zia, che, costretta in una casa di riposo, decide di non mangiare più. Il motivo viene spiegato da lei allo zelante dottore Fastelli, che prende a cuore il caso. Intorno al suo capezzale ruotano, come il sapore dell'aglio e della menta che aleggiano nella camera della donna, i due nipoti, Ernesto, devoto all'anziana, tanto da prendersene cura da anni, e Antonio, un bidello in balia della scaltra moglie Augusta.
Il motivo dell'interessamento dei due, un estratto conto di una certa entità, che l'anziana si è visto sparire dalla corrispondenza privata.
Per sciogliere il caso occorreranno in aiuto della zia le suore del ricovero dove lei vive ed il dottore, che solo sul finire saprà sciogliere l'enigma.
Il libro scritto con il tipico taglio di Vitali, si legge in un battibaleno e non lascia fino all'ultimo intravedere il finale inaspettato.

Frasi del libro
"Eppure nella camera della zia c'è odore di aglio."
"L'Ernesto, per esempio, era un maiale. Nel senso buono, s'intende. Un maialetto pacioso."
"L'Antonia lo guardò dritto in viso. - Glielo dico. Ma deve rimanere un segreto."
"Proprio così. Non che abbia l'abitudine di impicciarmi degli affari altrui, ma in questa faccenda mi ci sono trovato invischiato fino al collo. Quindi posso assicurarle che le sostanze di sua zia Antonia ammontavano a cinquecentottantotto mila lire."
Il libro è distribuito dalla Garzanti
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