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Immagine del redattorePeacock

Io sono mio fratello.




Dello stesso autore, un anno fa avevo letto il primo libro, e le lacrime erano scese copiose.

Pensavo che anche questo, essendo una biografia, sarebbe stato altrettanto commovente. Lo è stato. Ma in una maniera completamente diversa. Credo che l'intento principale dell'autore sia stato portare il lettore nel suo mondo, in modo asciutto, senza frasi strappalacrime, atte solo a scalare le classifiche dei libri più venduti. Panariello racconta Panariello l'uomo, non soltanto lo show man, e lo fa narrandoci la sua vita con il fratello; un ragazzo fragile, che poco ha avuto dalla vita e per questo ha intrapreso la strada della droga. Non era un cattivo ragazzo, si faceva amare da tutti, come emerge dalle pagine del libro, ma la sua tendenza all'autodistruzione, lo aveva portato a battere strade impervie. Giorgio riscatta la sua figura, dandogli la giusta collocazione in questo mondo. Ne scrive con un amore puro che non lascia spazio ad interpretazioni. Da unico parente capace di dialogarci, cerca di fare tutto ciò che era nel suo potere, ma, ammette, come tutti i parenti di tossicodipendenti, di dover fare ogni volta i conti con una realtà più grande di lui.

Un libro da leggere, drammatico, scritto benissimo, di due ragazzi nati in condizioni avverse, e ai quali il destino riserva due percorsi opposti. In più occasioni i due si scontrano per poi ricongiungersi, perché il loro legame andava e va oltre la droga, le dipendenze, le apparenze.



Frasi del libro

"Tutti avevano un aneddoto su di lui, perché Franco era divertente nel suo essere fuori di testa, un equilibrista che camminava su un filo sospeso tra la consapevolezza e l'incoscienza."

"Venne fuori che i miei fratelli erano in realtà i miei zii, compreso quello di Francia, e quelli che avevo creduto i miei genitori, erano i miei nonni. Mi avendo cresciuto con cura ed amore, l'unica cosa che conta e di cui non ho mai sentito la mancanza."

"Invece scappò per l'eroina, semplicemente. Avevo sopravvalutato Franco e sottovalutato lei. L'astinenza e il desiderio di farsi avevano rimesso tutto in discussione. Subito dopo, maledicendosi per il disastro che aveva combinato, si era consegnato alla prima caserma dei carabinieri che aveva trovato."

Il libro è edito da Mondadori

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