Le storie su cani e gatti fanno sempre presa sul pubblico, specie se il racconto è abbinato ad un riscatto sociale del coprotagonista. Questo libro non fa eccezione, anche se il modo di raccontare le vicende del cucciolo Martin che salva il padrone dall'alcolismo e da se stesso è davvero diverso.
Thomas, il protagonista, all'inizio non è neanche convinto di prendere il piccolo dobermann, incapace com'è di badare a sé stesso, ma il canino lo colpisce, e piano piano, con un modo che solo gli animali sanno avere, lo fa desistere e costringere a prendere in mano la propria vita. Il lettore si aspetta pietismi, scene strappalacrime ma finisce per avere di fronte la nuda e cruda realtà della loro vita, portata avanti con freddezza a volte inaspettata.
Le loro vicessitudini ricordano i film noir anni '80 e forse sta proprio qui la forza del racconto; non cadere mai nel patetico. Decisamente da leggere.
Frasi del libro
"Quell' estate Martil si ammalò. Quando lo portai dal veterinario, mi senti dire che era stato avvelenato. Qualcuno che voleva vendicarsi di me?"
"L'addestratore era bravo nel suo lavoro, questo posso dirlo. Non potevo sperare di fare altrettanto con Martin. Ma cominciavamo a lavorare insieme."
"Di che cosa si tratta, secondo lei? Spondilite. Mi spiegò che c'era un rigonfiamento del midollo spinale che premeva sui nervi di Martin."
Il libro è distribuito da Piemme
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