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Immagine del redattorePeacock

Le intermittenze della morte



Il primo dell'anno, in uno stato in cui regge la monarchia, segna l'inizio di un evento straordinario: non muore più nessuno. Un fatto che getta nello scompiglio il popolo, così come le istituzioni. Le autorità devono fare fronte ai problemi logistici, dettati dalla singolare situazione; la chiesa, che si è sempre basata sul concetto di morte e resurrezione, si vede quasi spodestata del suo ruolo di dominanza; la maphia inizia a prendere forma. Tutto con il passare del tempo sembra trovare un suo ordine fintanto, allo scoccare del settimo mese, la morte si materializza.

Un racconto difficile, che scorre ben poco nella prima parte, ma che trova un suo flusso narrante pagina dopo pagina. Una scrittura singolare, direi sperimentale, con frasi interminabili, quasi del tutto prive di punteggiatura, che enfatizzano il delirante incedere degli eventi. Innovativo, a tratti ironico e rivoluzionario nel suo genere, difficilmente collocabile all'Interno dei romanzi classici, personalmente ho stentato ad arrivare alla fine.



Frasi del libro

"Ha ragione, signor filosofo, è proprio questo il motivo per cui esistiamo noi [la Chiesa], perché le persone conducano tutta la loro vita con la paura al collo e, giunta l’ora, accolgano la morte come la liberazione."

"Anche le parole hanno la loro gerarchia, il loro protocollo, i loro titoli nobiliari, i loro marchi da plebeo. Si sentiva sfiorare dal suo sguardo intenso, duro come diamante e come un diamante risplendente, quando lei aveva sorriso."

"Anche quando non c'è da scusare, perdonare si può sempre."

Il romanzo è edito da Einaudi ET

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