Patti, in Just Kids, ci lascia la sua testimonianza, a volte fredda, a tratti disincantata, di una New York che dagli anni '60 arriva scalpitando fin quasi agli anni '90. La Grande Mela viene descritta come una metropoli ricca di squattrinati artisti, mai sazia dei suoi eccessi, con magnanimi mecenati, tutti alla ricerca della loro identità, della loro personalissima musa. All'interno di questo vivaio di artisti si muovono la Smith ed il suo compagno Robert Mapplethorpe, cercando di farsi largo con le proprie poesie e disegni visionari. Il loro sodalizio è sia artistico che umano e rimarrà così fino alla dipartita di lui. Un libro importante, che fa scoprire una Patti ed un Robert inediti. Una donna di cultura, frequenti i suoi riferimenti ai grandi scrittori, una artista a tutto tondo, con una capacità di emozionare sia che usi la tavolozza sia la penna. Una donna, amica, amante musa ispiratrice, che nel suo racconto, per mettere in luce la figura controversa di Robert, non esita a fare un passo indietro e descriversi in maniera più algida. Merita.
Frasi del libro
"Come se fosse la cosa più naturale del mondo restammo assieme senza più separarci, se non per andare a lavoro. Non ce lo dicemmo; lo capimmo entrambi, capimmo che doveva essere così, tutto qui."
"La tua arte, che scaturiva da una fonte fluida, può essere ricondotta al canto spoglio della tua giovinezza. Allora parlavi di andare mano nella mano con Dio. Ricorda, in ogni cosa hai sempre tenuto stretta quella mano; stringila forte, Robert, non lasciarla mai."
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